Kampflos

La vaccinazione protegge te

19-01-2022 ⎯ Nononono

Fingiamo che questo governo voglia per davvero il bene degli italiani. E accettiamo anche che la strategia vax-only sia giusta, la più valida dal punto di vista scientifico, e che non esistano alternative ugualmente valide. Fingiamo che tutto questo sia l’unico modo per tornare alla normalità.

Partendo da questo punto di vista, è evidente che convincere tutti a vaccinarsi debba essere l’obiettivo principale del governo. Per raggiungere questo obiettivo si possono percorrere due strade: l’obbligo o il convincimento.

In un mondo ideale, è meglio avere rapporti con persone che scelgono coscientemente di darti fiducia e seguire le tue indicazioni. Per capire come convincere le persone reticenti o dubbiose, un qualunque esperto di marketing ti consiglierebbe di fare un’indagine di mercato: capire chi sono quelli a cui ti rivolgi, cosa pensano, quali sono le loro paure e da cosa sono scatenate.

Italia 2022: chi non è vaccinato è un no-vax con un livello di istruzione medio-basso, disoccupato, con disagio abitativo e, aggiungo, che crede ai rettiliani, si fa i clisteri di ammoniaca e speriamo che muoia in fretta. Davvero crediamo di poter coinvolgere i non vaccinati facendoli sentire dei poveretti senza arte né parte, degli stupidotti che ci fanno anche un po’ pena? Io credo che la risposta sia no e quindi, pieno di buoni propositi, voglio dare il mio contributo fornendo qualche suggerimento.

Gli identikit dei no-vax

Capisco che nella comunicazione moderna, al tempo dei Social Network, sia necessario semplificare al massimo le informazioni, e non c’è nulla di più semplice che prendere sei milioni di persone e affibbiare loro un’etichetta che molto semplicemente li identifichi come cattivi cittadini, individualisti senza il minimo senso civico e, appunto, ignoranti disoccupati: NO-VAX. In realtà questo insieme contiene tante persone molto differenti tra loro: ci sono i seguaci di Q, che credono Bill Gates voglia friggerli usando le antenne 5G e i microchip contenuti nei vaccini.

Ci sono i dubbiosi, che ancora non capiscono come abbiano fatto questi farmaci ad ottenere l’autorizzazione alla somministrazione in così breve tempo.

Ci sono gli spaventati, quelli che vorrebbero saperne di più su eventuali effetti avversi, e che non si spiegano perché conoscono tante persone che hanno avuto reazioni più o meno grandi e nessuna di queste sia riuscita a fare una segnalazione, anche solo per escludere qualunque relazione.

Ci sono gli scettici, che non si fidano (a torto o a ragione) di farsi iniettare dei frammenti di mRNA, che diffidano di questa tecnologia.

E ci sono i guariti: che si chiedono perché, mentre continuano a uscire sempre più studi che dimostrano quando l’immunità naturale sia migliore e più duratura di quella indotta da vaccino, il loro status non consenta loro di ricevere anche solo una valutazione aggiuntiva prima di vaccinarsi per una malattia che già hanno sconfitto.

Le soluzioni

Come detto, ammettendo che i vaccini siano l’unica via d’uscita da questa pandemia, le soluzioni sono due: obbligo o convincimento.

Evito qualunque considerazione giuridica su un eventuale obbligo perché non è il mio campo (anche se devo dire che l’obbligo di fatto imposto in modo paternalistico e ricattatorio ai lavoratori mi fa pensare che non ci sia giuridicamente spazio per imporre un obbligo universale), ma voglio spendere due parole sulle conseguenze psicologiche e sociali di un eventuale atto in questo senso: maggiore perdita di fiducia nei confronti delle istituzioni, maggiore radicalizzazione su posizioni estreme di alcune categorie di non vaccinati, senso di violazione del proprio corpo e dei propri diritti: una vera violenza. Il risultato sarebbe tutto, tranne che quel “paese sempre più unito” auspicato dal capo dello stato nel suo discorso di fine anno.

Ma di modi per convincere gran parte dei dubbiosi a vaccinarsi ce ne sono, e potrebbero anche non essere particolarmente costosi: basta un po’ di volontà e di trasparenza.

Cambiare il modo in cui vengono somministrati i vaccini: gli hub vaccinali odierni sono delle catene di montaggio per vaccinandi. Tutti in fila, una iniezione ogni 5 minuti, nessuna possibilità di chiarire i propri dubbi con un medico, altrimenti si perde il ritmo. In un centro vaccinale gestito dall’esercito a Milano ho visto personalmente il militare compilare la scheda di anamnesi di una signora straniera perché stava impiegando troppo tempo a riempirla, e rallentava la fila. Non che le abbia chiesto nulla, si è semplicemente preso l’incarico di mettere la crocetta sul NO a tutte le domande. Riportare una dimensione umana, ripristinare il rapporto medico/paziente aiuterebbe a restituire un senso di fiducia verso le istituzioni.

Modificare il modulo di consenso: far firmare, a una persona già dubbiosa, un contratto nel quale chi riceve il farmaco si assume in toto la responsabilità di eventuali effetti avversi, credo sia chiaro a tutti, non è un’iniezione di fiducia. I moduli distribuiti in UK hanno un formato differente: elencano gli effetti avversi noti, e ti chiedono solo di confermare che ne sei cosciente, e che ti sono state fornite tutte le informazioni necessarie per decidere liberamente di sottoporti al vaccino.

Cambiare il modo in cui si raccolgono e comunicano gli eventi avversi: non servirebbe molto, basterebbe un portale di facile accesso tramite il quale inserire la segnalazione (sappiamo che il filtro fatto dai medici di famiglia spesso porta a una riduzione delle segnalazioni, perché la risposta che gran parte dei vaccinati si sente dare, ad oggi, è “ma potrebbe essere stata qualunque cosa”). Accettare segnalazioni direttamente da vaccinati non significa far esplodere il sistema: esistono strumenti per aggregare segnalazioni simili, e per eliminare segnalazioni spudoratamente false. A questo portale dovrebbe essere associata una pagina di riassunto semplicissima: “Ad oggi sono state raccolte X-mila segnalazioni, Y-mila sono state elaborate e verificate. Di queste, Z-mila sono state riconosciute come dovute al vaccino. N-mila sono attualmente in fase di analisi. Gli eventi avversi riconosciuti sono i seguenti: …”. La trasparenza è il primo valore richiesto per chi chiede la fiducia di qualcuno. Essere trasparenti anche sugli eventi avversi è necessario se si vuole sostenere la tesi che i vaccini sono sicuri. Nel momento in cui scrivo, l’ultimo rapporto AIFA sugli eventi avversi è datato settembre 2021 (ossia è vecchio di quattro mesi).

Discutere pubblicamente dei problemi: ultimamente girano diversi grafici che mostrano dati inquietanti riferiti al 2021: casi di mio-pericarditi saliti del 47% in UK nelle fasce d’età sotto i trent’anni, incrementi di mortalità nelle fasce d’età sotto i quarant’anni, aumento dei casi di aborti spontanei e riduzione della fertilità in donne giovani. Solitamente queste notizie vengono bollate come deliri no-vax e ignorate dai media. Chi le sostiene o condivide viene chiamato idiota. Non sarebbe più efficace comunicare chiaramente se queste notizie sono vere o meno, e dimostrarlo? Ovviamente prendere i dati ISTAT sui decessi e sovrapporli ai grafici sospetti non convincerà mai gli integralisti del complotto, ma con i dubbiosi, una sana discussione che non inizi con sei un coglione o dovete morire tutti maledetti assassini potrebbe aiutare a recuperare fiducia e stimolare un confronto che possa essere d’aiuto a tutti.

Offrire alternative: se siamo veramente convinti che vaccinarsi sia la soluzione, e veramente vogliamo il bene delle persone, dobbiamo accettare che le paure sono irrazionali e dall’irrazionalità è difficile fuggire. Se un numero consistente di persone teme, per un motivo o per l’altro, di sottoporsi a un vaccino mRNA, perché non offrire loro un’alternativa? Esistono vaccini validi che utilizzano altre tecnologie (vettore virale o proteico) che si sono dimostrati efficaci (Soberana, Sinovac, Novavax). In Italia si sono condotti tre trial per un vaccino made in Italy (Reithera) al cui sviluppo ha contribuito sensibilmente lo stato italiano prima che il governo Draghi decidesse di abbandonare il progetto. La notizia sconvolgente è che tutti questi vaccini hanno un costo unitario inferiore a quelli prodotti da Pfizer e Moderna.

In sostanza, dato che ormai è chiaro che la contrapposizione violenta non è efficace, e che l’introduzione di restrizioni sul lavoro e sulla vita sociale dei non vaccinati sta spaccando il paese, impoverendo le persone, e minando alla base tutte le convenzioni della vita sociale (intesa come vita di comunità che racchiude, tra l’altro, la solidarietà tra cittadini) non è forse arrivato il momento di interrompere la campagna d’odio e provare a cambiare strategia?